LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Gerardo Dani
|
|||||||
Ricordo di aver seminato il corpo distrattamente. Non ne ho tenuto conto quando ne facevo consumo. Non ha dato frutti ‒ è sintomo di seccatura? Rivedo gli ascensori: un pulsante è occupato, gli altri allunano in pieno; il nord del territorio è il contrappasso dei sogni. Sogni? Prese visioni, nient’altro. Non ne ho coltivato alcuno, perché ovunque ci siano scale piego le ginocchia per sollevarmi, benché l’ombra trattenga la gamba per evitare una brutta figura. Va da sè che il momento da cogliere è raro nel prato che non si cura. Per un pezzo da uomo, qualcosa in me - come in tutti i respiratori -, si era inerpicato oltre le doglie e oltre il cancello, dove ingigantisce la vita finché si riprende l’ombra.
|
|